Compagni, il terrorismo palestinese è sempre stato nero, mai rosso

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2016/01/11

da bugiedallegambelunghe, dicembre 17, 2015

edit: il blog è stato rimosso, ma è raggiungibile su wayback

La storia è come un immenso puzzle, del quale ogni tanto alcune tessere si perdono, senza che sia data loro grande importanza perché il disegno generale, comunque, ci sembra sufficiente a farci un’opinione. Ma quando quelle piccole tessere perdute riappaiono, a meno che una solerte pulizia non le abbia distrutte, sono capaci – a volte – di rivoluzionare un quadro che ci sembrava compiuto.
Proviamo a mettere insieme alcune tessere, senza pretesa di trarre conclusioni, ma solo per riconnettere i fatti tra loro, in modo da poter formulare delle domande.
Stiamo vivendo un periodo storico caratterizzato dalla paura; paura dell’incertezza economica, paura di non riuscire più a riconoscerci nelle società che credevamo di conoscere bene, paura di scomparire, paura delle guerre… Tutto questo si riassume nella paura del terrorismo, questa guerra asimmetrica che cosi’ duramente ha colpito l’Europa al suo “cuore”: Parigi.

Il terrorismo, cosa nuova per l’Europa, una novità che ci coglie impreparati. Cosa nuova? Non proprio.

Dal 23 luglio 1968 al 18 febbraio 1969, il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina si dedico’ a tre dirottamenti di aerei El Al. In tutti e tre gli episodi i responsabili furono velocemente rimessi in libertà. Quello del 18 febbraio 1969 fu compiuto da cinque palestinesi: una donna facente parte del commando fu subito liberata, un terrorista ucciso. Le spese del processo dei tre che furono arrestati furono sostenute da Francois Genoud, banchiere svizzero che il London Observer descriveva come “uno dei capi del nazismo mondiale”. Genoud aveva aiutato sia i nazisti del Terzo Reich in cerca di rifugio sicuro, sia i nazionalisti arabi. Fu lui a creare l’associazione “Arabo-Africa”, costituita da ex nazisti e collaboratori. Il suo nome è legato a quello di Fathi el-Dib, collaboratore di Nasser e capo, all’epoca, dei servizi segreti egiziani; a quello di Waddi Haddad, del Fronte popolare per la liberazione della Palestina; a quello di Carlos lo Sciacallo, a quello di Bruno Bréguet, anch’esso del FPLP, il quale arrestato in Israele per il possesso di due kg di esplosivo e condannato a quindici anni di carcere, fu liberato in anticipo per la grande campagna in suo favore promossa da Genoud e firmata, tra gli altri, da Noam Chomski, Sartre, De Beauvoir e Moravia.
Tra i contatti di Genoud, l’iraniano Wahid Gordji, implicato in un’ondata di attentati; Magdalena Kopp, moglie di Carlos e nel suo stesso gruppo terrorista; Paul Dickopf, ex Abwehr che diventerà, dopo la guerra, capo della polizia criminale tedesca e poi presidente dell’Interpol; Ahmed Ben Bella, del quale Genoud contratto’ la liberazione dopo la sua incarcerazione in Francia. Genoud, da Hitler a Carlos, al movimento di “lotta” palestinese.

La strage di Monaco del 1972 fece diciassette morti. La responsabilità fu del gruppo palestinese Fatah, appoggiato (ora lo sappiamo) dai neo nazisti tedeschi: “Gli uomini che furono arrestati nella casa di Monaco di un ex membro delle Waffen-SS, Charles Jochheim, il 27 ottobre 1972, erano armati come soldati che andavano al fronte. In una valigia, la polizia trovo’ tre fucili automatici Kalashnikov, sei caricatori, 174 munizioni, due pistole, un revolver e sei bombe a mano di fabbricazione belga.”

15 settembre 1974, Parigi, attacco del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, in seguito dichiarato organizzazione terroristica. Una bomba esplode al Drugstore Saint Germain, locale alla moda sulla Rive Gauche di Parigi, uccidendo due persone e ferendone 34.

20 maggio 1978, 4 morti e tre feriti per un attentato del FPLP ai passeggeri che stavano per imbarcarsi su un aereo El Al.

Il 27 luglio 1980, a Antewerp, in Belgio, un palestinese lancia una bomba a mano contro un gruppo di scolari ebrei, in partenza per una vacanza, uccidendone uno e ferendone altri 20. L’attaccante, Said Al Nasr, è successivamente arrestato ma nel 1991 Nasr è liberato in cambio del rilascio di una famiglia franco-belga rapita in Libia, dietro richiesta dell’organizzazione di Abu Nidal.

29 marzo 1982, Ambazac, Francia, attentato sul treno Parigi-Toulouse, responsabile Carlos lo Sciacallo, 5 morti e 27 feriti.

22 aprile 1982, Parigi, un’auto bomba esplode in pieno centro. Responsabile Carlos lo Sciacallo. Un morto e 47 feriti.

9 agosto 1982, Parigi, due terroristi assaltano il ristorante Chez Jo Goldenberg; sei morti e 22 feriti. L’attacco è rivendicato da Abu Nidal, “ala” di Fatah.

Il 9 ottobre del 1982 a Roma, cinque palestinesi attaccano con granate e armi da fuoco gli ebrei che stazionano fuori dalla sinagoga. Nell’attacco muore Stefano Gaj Taché, di due anni e 37 persone restano ferite.

7 novembre, 1983, Atene, Grecia. Un commando di Abu Nidal assalta l’Ambasciata giordana; 1 morto, 1 ferito.

31 dicembre 1983, Una bomba esplode nelle due vetture di prima classe della locomotiva AGV diretta a nord, verso Parigi, dalla Gare de Marseille–Saint-Charles. Anche se il treno stava viaggiando a circa 100 miglia all’ora, non deraglia. 2 passeggeri morti e 20 feriti, 5 dei quali in modo grave. Mezz’ora dopo, una seconda bomba esplode nel guardaroba del bagagliaio della sala principale alla Gare de Marseille–Saint-Charles, uccidendo 2 persone e ferendone almeno 38. Gli attentati sono opera di Carlos lo Sciacallo.

Il 7 gennaio 1984, Hezbollah ammazza in centro a Parigi un generale e un colonnello iraniani, Gholam-Ali Oveissi e suo fratello.

L’8 febbraio 1984, un affiliato del gruppo di Abu Nidal spara e uccide l’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti, Khalifa Ahmed Abdel Aziz al-Mubarak, a Parigi, vicino la Tour Eiffel.

Il 28 marzo 1984, Abu Nidal attacca invece a Atene. Due diplomatici inglesi sono uccisi mentre si trovavano a bordo della loro auto, a Atene.

22 luglio 1985, scoppia una bomba a Copenaghen, negli uffici della Northwest Orient Airlines. Rivendicata da gruppi palestinesi, 1 morto e 27 feriti.

25 settembre 1985, Roma, una bomba esplode in un ufficio della British Airways, in Via Bissolati, nei pressi della Piazza Barberini, uccidendo una persona e ferendone altre 14. Quattro delle vittime erano dipendenti italiani della compagnia aerea, mentre il resto erano clienti. Rivendicata dal gruppo di Abu Nidal.

27 dicembre 1985, Roma, alle 08:15 quattro uomini armati si avvicinano alla biglietteria condivisa da El Al Airlines e Trans World Airlines, presso l’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, alle porte di Roma, con fucili d’assalto e granate attaccano la in attesa di imbarco. Fanno 16 morti e 99 feriti prima che tre degli assalitori siano uccisi, mentre il quarto, Mohammed Sharam, è ferito e catturato dalla polizia italiana. Il gruppo fa capo ad Abu Nidal.

Il 20 marzo 1986 una bomba esplode in un centro commerciale di boutique di lusso, sugli Champs–Élysées, a Parigi, uccidendo 2 persone e ferendone 28. Un secondo ordigno, trovato su un treno della metropolitana, è disinnescato dagli artificieri prima che potesse esplodere. Una organizzazione terroristica che si fa chiamare il Comitato di solidarietà con i prigionieri politici arabi e mediorientali (CSPPA) rivendica la responsabilità dell’attacco in una lettera scritta a mano e inoltrata presso l’Ufficio di Beirut di un’agenzia di stampa occidentale.

La stessa organizzazione colpisce ancora il 9 settembre, 1986, ancora a Parigi. Una bomba che scoppia in Municipio uccide una persona e ne ferisce 18. E ancora il CSPPA colpisce il 15 settembre 1986, con una bomba nella sede della polizia di Parigi. Un morto e 51 feriti.

E il 17 settembre 1986, ancora il CSPPA, ancora a Parigi, una bomba lanciata da un’auto in corsa esplode di fronte al grande magazzino Tati, sulla Rive Gauche, uccidendo almeno 5 persone e ferendone circa 50. L’esplosione, si verifica verso le 17:30, e distrugge l’intero fronte dell’edificio di sette piani, in rue de Rennes.

11 luglio 1988, Atene, Grecia, tre uomini armati salgono a bordo della nave Città di Poros, e attendono che la nave abbia lasciato il porto e si trovi a tre miglia dalle coste prima di attaccare. Utilizzano armi automatiche e bombe a mano nascoste, aprono il fuoco sui passeggeri. In preda al panico molti saltano in mare e muoiono finendo nelle eliche della nave. Nove turisti sono uccisi e circa 100 feriti. Il giorno dell’attacco c’erano 471 persone a bordo della nave. In precedenza, lo stesso giorno dell’attacco, il molo al quale solitamente la nave Città di Poros si ancorava, al Pireo, era scosso dalla detonazione fortissima di un’autobomba. Il gruppo che rivendico’ gli attentati era quello di Abu Nidal.

19 aprile 1991, a Patros, Grecia, il gruppo di Abu Nidal fa esplodere una bomba nascosta in un pacco, negli uffici di un corriere, uccidendo sette persone e ferendone altre sette. Sei dei morti erano dipendenti e l’altro un cliente. L’edificio bombardato ospitava anche gli uffici di una azienda americana, la United Parcel internazionale, e si trovava vicino al consolato britannico.

Due attacchi del Gia, in Francia, il 25 luglio 1995 e il 3 dicembre 1996, a Parigi. Nel primo attacco otto persone uccise e 150 ferite in un’esplosione di una bombola di gas compresso con chiodi e bulloni su un treno regionale, presso la stazione ferroviaria Gare de Saint–Michel-Notre-Dame. Il secondo, un’esplosione su un treno in direzione sud, della stazione di Port Royal, della rete espresso regionale, sulla Rive Gauche, più di 85 feriti e tre morti. La bomba era fatta con una bombola di gas da 28 chili, piena di chiodi.

Poi l’11 marzo 2004 uno degli attentati più terribili avvenuti nell’Unione Europea. Madrid, Spagna, 191 persone uccise e più di 600 ferite quando dieci bombe furono fatte esplodere, sulla linea ferroviaria. Almeno una di queste bombe esplose a El Pozo, una piccola stazione di pendolari a Madrid. Le bombe furono fatte esplodere da telefoni cellulari e lasciate in zaini. La Brigata Abu Hafs al-Masri rivendico’ la responsabilità per conto di Al Qaeda.

Al Qaeda colpi’ anche a Londra, il 7 luglio 2005, su un autobus e su una metropolitana. 52 morti e oltre 700 feriti. Furono i primi attacchi suicidi in Europa.

Il secondo attacco suicida avvenne a Stoccolma, l’11 dicembre 2010. Una bomba e in contemporanea una macchina esplosiva. Nel primo attacco muore 1 persona e due restano ferite. Gli attentati sono rivendicati da Taimour Abdulwahab al-Abdaly, una sigla islamista.

2 marzo 2011 Francoforte, Germania, sparatoria all’aeroporto. Due morti e due feriti. Responsabile Arid Uka, di una fazione islamista kosovara.

Poi gli assassinii compiuti da Mohammed Merah, a Montauban e Toulouse, in Francia, il 15 marzo e il 19 marzo 2012. Nel primo attentato Merah uccide due soldati e ne ferisce un terzo. Nel secondo attentato spara davanti alla scuola ebraica Ozar HaTorah, uccidendo un insegnante, i suoi due figli e la figlia del preside della scuola che Merah insegue e dopo tenuta per i capelli la uccide, sparandole a sangue freddo nella testa. I bambini uccisi hanno tre, sei e otto anni. Un altro ragazzo di 17 anni resta gravemente ferito ma si salva.

Hezbollah colpisce a Burgas, Bulgaria, il 18 luglio 2012. Un attentatore suicida fa esplodere un ordigno esplosivo su un autobus che trasportava 42 turisti israeliani vicino all’aeroporto di Burgas. L’esplosione uccide l’autista del bus e cinque israeliani. I feriti sono circa 30.

Il 24 maggio 2014, un uomo armato apre il fuoco al Jewish Museum del Belgio a Bruxelles, uccidendo quattro persone. Tre muoiono sul posto; il quarto in ospedale, il 6 giugno. Il terrorista è Mehdi Nammouche, legato a Daesh.

Ed arriviamo alla cronaca recente: Parigi, assalto alla redazione di Charlie Hebdo e al negozio kasher Hypercacher, il 7 gennaio 2015 e 9 gennaio 2015. 20 morti e 22 feriti nel primo; cinque morti e nove feriti nel secondo. Entrambi compiuti in nome di Daesh. E l’ultimo eccidio, il 13 novembre 2015, a Parigi, 130 vittime, 368 feriti.

Allora? E’ fatto nuovo il terrorismo arabo in Europa, prima palestinese, poi di Hezbollah e infine di Daesh? E’ una novità davanti alla quale l’Europa si trova ancora impreparata? Quasi cinquant’anni di morti, di depistaggi, di coperture, popolati dai personaggi tra i più neri della storia europea che hanno appoggiato, protetto, nascosto e favorito il terrorismo islamista. Dai neo nazisti che aiutarono e coprirono i terroristi della strage di Monaco, al nazista Genoud che da amico di Hajj Amin El Hussein, il mufti’ amicone di Hitler, e dal suo ruolo di banchiere del Terzo Reich, passo’ con disinvoltura a sostenitore del terrorismo palestinese, islamista e iraniano, a Giorgio Freda che nel lontano ’69 organizza con Fatah a Padova una manifestazione a favore della resistenza palestinese ed offre la sede alla nascente associazione Italia-Palestina.
Secondo Freda, si tratta della “prima dimostrazione pubblica contro i crimini del sionismo”. “Nel corso dell’anno l’atmosfera politica si surriscalda con l’inizio della strategia della tensione: tra aprile e ottobre si registrano una quindicina di attentati dinamitardi (riusciti o falliti) che provocano danni e anche feriti.” Dai neonazisti inglesi, che manifestano con la bandiera palestinese in mano a Forza Nuova che perora la “causa palestinese”.

Nel 1980, l’allora ministro israeliano degli Esteri, Yitzhak Shamir, chiese alla Germania di indagare sui legami tra movimenti pro-palestinesi e neo nazisti tedeschi. Tutte le indagini sul terrorismo arabo convergono in un punto: i loro legami con le estreme destre europee.

Charlie Hebdo, le armi della strage di Parigi fornite da un ex del Fronte National

Scrive l’Espresso: Un ex mercenario di estrema destra ed ex funzionario del Fronte National ha contribuito ad armare gli stragisti islamici che hanno terrorizzato Parigi nello scorso gennaio. Gli ultimi sviluppi nell’indagine sull’assalto alla redazione parigina dello scorso gennaio sembrano usciti dalla trama di una fiction televisiva. Ma i provvedimenti della magistratura francese adesso sembrano confermare i sospetti che circolavano da mesi: un kalashnikov e quattro pistole usate da Amedy Coulibaly sono passati dalla rete di Claude Hermant un personaggio dai mille misteri e una sola certezza, l’odio xenofobo. Tutta la storia di quest’uomo ha aspetti romanzeschi, ricostruiti da una lunga inchiesta di “Liberation”. È stato paracadutista, congedandosi con il grado di sergente nel 1982. Ma negli anni di attività militare avrebbe operato anche con i servizi segreti francesi. Viene segnalato come mercenario in Angola. Poi ricompare nella guerra jugoslava, combattendo con la legione croata che aveva richiamato volontari neofascisti da tutta Europa. Quindi nel 1999 finisce in cella in Congo, con il sospetto di avere partecipato a un complotto contro le autorità locali. Ma viene rilasciato, per un intervento delle autorità francesi che ha fatto ipotizzare come in realtà fosse in missione per conto degli 007 di Parigi.
Non solo. Tra il 1994 e il 1999 è stato membro del servizio d’ordine del Fronte National. Lui stesso nel 2001 disse di avere fatto parte di una cellula clandestina creata dal partito nel 1997 per alimentare la rivolta nelle banlieu. Il compito del gruppo era di infiltrarsi nelle periferie, prendere contatto con le bande criminali e giovanili, condizionandole e incitandole alla rivolta. Tutto questo per alimentare un senso di insicurezza che avrebbe permesso al Fronte di ottenere consensi. Rivelazioni smentite dai vertici del movimento nazionalista.
Nel 2008 assieme a un altro ex del Fn crea a Lille l’associazione di estrema destra “La maison du peuple flamand”, facendosi notare per una serie di iniziative contro i musulmani, caratterizzate dalle grigliate in piazza di carne di maiale. È anche l’animatore dei “Campi di Ares”, dal nome greco del dio della guerra, dove si insegnavano tattiche militari ai giovani neofascisti. Nell’ottobre 2011 organizza una manifestazione a Lille con Serge Ayoub, il leader della Terza posizione francese, sciolta dopo l’omicidio dell’antifascista Clement Meric. Anche “La maison” è stata chiusa nel 2012.
Alcuni commenti a questa notizia, pubblicata il 15 dicembre, hanno insinuato si tratti in realtà di un tentativo di discreditare il Front National, a causa del largo consenso ottenuto alle elezioni. No, non è così. In Italia l’indagine è stata resa nota ora; ma in Francia i giornali hanno pubblicato l’arresto di Claude Hermant a gennaio, accusato di traffico di armi. Il 3 maggio le indagini sulla strage a Charlie Hebdo e Hypercacher convergevano su di lui.

Quindi, se la prima domanda era “perché l’Europa, nonostante tutte le indagini lo indicassero, non ha indagato a fondo e smantellato la rete neonazista che ha appoggiato il terrorismo islamista”? La seconda immediatamente dopo è “come è successo, quando e perché la “resistenza palestinese” è diventata icona di sinistra, se invece fin dalle sue remotissime origini è stata appoggiata, finanziata e incoraggiata dalla destra estrema?

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